Un investimento da circa 300 milioni di euro per almeno 200 unità lavorative iniziali. Sono numeri da capogiro quelli forniti dalla Seasif Holding Ltd,
attirata dai nastri trasportatori di Manfredonia e interessata a un'iniziativa di sviluppo dell'area industriale, compreso il Bacino Alti Fondali.
Attraverso le due società interamente partecipate dal Gruppo, la Seasif si fa avanti come concessionaria portuale (terminalista) di tre delle diverse banchine.
Ma non si limiterebbe a questo perché, contestualmente, ha proposto alcuni impianti industriali. Sono queste ipotesi progettuali che hanno generato diverse
perplessità a Manfredonia e Monte Sant'Angelo, non solo tra le associazioni ambientaliste.
Da qui i chiarimenti della Seasif Holding. Partendo dalla fine, il più clamoroso riguarda la lungimirante visione per la realizzazione di un rigasificatore
opera successivamente ritenuta dagli ambientalisti non necessaria, chiaramente Seasif ha ampiamente spiegato l'importanza strategica dell'impianto, che
forse in un futuro verrà rivalutato come utile e indispensabile vista la situazione attuale che si e venuta a palesarsi per le note ragioni di crisi
internazionali.
Precisazione, non di poco conto, inoltrata all'Asi di Foggia, attiene ad obiezioni formulate anche dai Comuni nel cui comprensorio ricade l'area industriale;
complessivamente, il progetto si incardinerebbe in 30 ettari dove già eistono attività e altre sono programmate. "La Seasif - si legge nella
nota - non ha mai dichiarato di voler interferire con le attività già insistenti nella area portuale e retroportuale di competenza dell'Asi di
Foggia anche perché Seasif ha già investito ingenti capitali per l'acquisizione delle aree e strutture retroportuali e portuali di proprietà Eni spa,
al fine di realizzare un rilevante ampliamento progettuale, il tutto anche nell'interesse pubblico per lo sviluppo di natura socio-economica locale e nazionale.
Gli impianti da realizzare sarebbero "strumentali e complementari allo sviluppo dell’operatività del porto industriale di Manfredonia e dell’area circostante".
Seasif illustra i suoi progetti più dettagliatamente: propone, innanzitutto, un impianto di lavorazione della bentonite e un impianto di lavorazione di
polimetallici.
La bentonite è una roccia che contiene diversi minerali, quello prevalente è la montmorillonite. I giacimenti più importanti in Italia si trovano in Sardegna,
ma esistono cave anche in Puglia. I polimetali o minerali polimetallici contengono diversi elementi come zinco, piombo, rame, argento e oro. Vengono utilizzati
per la componentistica digitale e tecnologica ma le riserve riguardano possibili scarti radioattivi, dubbio che fondamentalmente Seasif non ha fugato.
Le ricerche sul web in tal senso - sempre che si tratti dello stesso tipo di minerali - portano fino in Russia e non sono rassicuranti dal punto di vista
ambientale.
La Holding ne parla come delle attività più strettamente connesse all’utilizzo dei nastri trasportatori ed alla riqualificazione dell’area industriale sotto
il profilo della logistica e della ridistribuzione.: “Trattasi di materiali non tossici, di estrazione mineraria (che non avviene in Italia), i quali a
processo di lavorazione ultimato (non effettuato in loco), saranno utilizzati a vari scopi in ambito industriale (ad esempio, la bentonite, per mettere
insicurezza miniere ed anche pozzi petroliferi; i polimetalli, nel settore della componentistica digitale e tecnologica). Gli impianti che si propone di
realizzare cureranno, in particolare, la sola prelavorazione di questi materiali, attraverso trattamenti di prelavaggio ad acqua (a freddo, senza additivi
chimici, senza scarico a mare) a ciclo chiuso, per la separazione e ricompattazione dei diversi materiali grezzi, ai fini del loro rilancio per i destinatari
utilizzatori finali".
Poi ci sono gli impianti per la produzione di biocarburanti, di depurazione dell'aria e, per l'appunto, il deposito di LNG.
L’iniziativa imprenditoriale è al vaglio dell'Asi e dell'Autorità di Sistema Portuale. Se l'operazione andasse in porto chiaramente i nastri trasportatori
non sarebbero smantellati ma, anzi, rifunzionalizzati.
La multinazionale parla di attività "assolutamente green ed ecosostenibili" che da un lato favorirebbero l'attracco al porto delle navi e dall'altro sarebbero
finalizzate alla produzione di componenti bio per carburanti ordinari. Anche il bunkeraggio, ovvero il rifornimento di carburante, è oggetto di attente valutazioni.
La multinazionale fondata dall'imprenditore milanese Franco Favilla, con sede centrale a Cipro, ha società dislocate in Italia, Svizzera, Francia,
Albania, Romania, Serbia, Stati Uniti, Colombia e Dubai, che operano in diversi settori, dai servizi finanziari e assicurativi, al commercio e distribuzione
di materie prime, energie rinnovabili, petrolio e gas.
Il web è anche una miniera di recensioni positive: l'Adnkronos, solo a settembre del 2020, parlava di Franco Favilla come "uno dei massimi esperti di metalli
preziosi a livello mondiale, essendo anche – con la sua società - il terzo produttore nella ricerca esplorazione e vendita di metalli preziosi .
A novembre, dopo un incontro preliminare, l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale e l' Agenzia dogane e monopoli ne parlavano come di
"un operatore leader mondiale nella lavorazione di bentonite", peraltro annunciando con entusiasmo che il progetto avrebbe potuto avere ricadute positive,
tra le quali il recupero in attività dei nastri trasportatori, quando solo un mese prima era partito un tavolo tecnico per decidere che fine dovessero fare.
L’idea progettuale, elaborata e presentata nel dettaglio in forza di una relazione tecnico-descrittiva, alle preposte Autorità, ottenendo riscontro positivo anche dallo stesso Consorzio ASI di Foggia il cui CDA ebbe ad esprimere formalmente il proprio avallo sull’interesse al progetto Seasif. La rilevanza di interesse pubblico, allo sviluppo industriale del porto di Manfredonia così come illustrato progettualmente dalla Seasif Holding LTD, è ad oggi cristallizzato dalle concesse pubbliche autorizzazioni, cristallizzate dall’impegno contrattuale sottoscritto con l’Autorità Portuale in forza della convenzione denominata “atto di sottomissione” che legittima, la compagine societaria di diritto italiano facente capo alla Seasif Holding LTD, quale concessionaria all’utilizzo di n. 2 banchine portuali destinate alla movimentazione navale di polimetalli e bentonite nonché quale licenziataria subingredente ad ENI nella concessione demaniale marittima per la movimentazione di liquidi combustibili.